EMILIANO: “TUTTE LE REGIONI CHIEDONO AL GOVERNO PIÙ FONDI PER LA SANITÀ.
BENE IL DOCUMENTO UNITARIO DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI”. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha diffuso la seguente dichiarazione: “Finalmente tutte le regioni italiane, comprese quelle di centrodestra, chiedono al Governo di aumentare i finanziamenti per la sanità. Non possiamo più andare avanti così, perché le liste di attesa per visite ed esami richiedono più personale e più investimenti strutturali per rendere sicuri i nostri ospedali che mancano tra l’altro di certificati antincendio e delle certificazioni antisismiche, oltre che di medici, infermieri e operatori sanitari.
Serve aumentare subito lo stanziamento per la sanità almeno fino al 7,5% del PIL, come avviene in altri paesi europei. In tal senso pende in Parlamento un disegno di legge bipartisan che va immediatamente approvato.
I presidenti di regione sono stanchi di mettere la propria faccia sui ritardi ai pronto soccorso, sulla mancanza di personale in corsia e nei distretti territoriali, sulle prenotazioni di visite specialistiche ed esami strumentali oltre i limiti del tollerabile e di essere mandati allo sbaraglio da Governi nazionali che non si rendono conto che le aggressioni al personale sanitario dipendono anche dalla troppa pazienza che la loro indifferenza impone ai malati, alle loro famiglie e al personale sanitario che lavora sotto un’inaudita pressione”.
La nota del presidente Emiliano fa riferimento a un documento della Conferenza delle regioni – che rappresenta tutte le regioni italiane – inviato ai ministri dell’Economia e della Sanità nel quale si legge che “da tempo è stata richiamata l’attenzione dei Governi sul preoccupante sottofinanziamento del Servizio Sanitario Nazionale che rischia di compromettere la sostenibilità economico-finanziaria dei bilanci sanitari.
La difficoltà per assicurare il mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario dei Sistemi sanitari riguarda la maggior parte delle Regioni, incluse quelle che si collocano da anni ai primi posti della griglia LEA, a dimostrazione che le criticità sono prevalentemente determinate da un insufficiente livello il nostro sistema sanitario, pubblico ed universalistico può contare su un livello di finanziamento in termini di incidenza percentuale rispetto al Prodotto Interno Lordo, decisamente inferiore rispetto a quello garantito nei principali Paesi europei. Questo ha comportato che negli anni della pandemia e dell’incremento dei costi energetici la maggior parte delle Regioni sia riuscita ad assicurare l’equilibrio dei bilanci sanitari soltanto attraverso un significativo utilizzo di risorse proprie e di risorse straordinarie, la cui disponibilità è esaurita.
Inoltre, i limitati incrementi del livello di finanziamento dell’anno 2024 sono stati quasi interamente vincolati nell’impiego per finanziare il rinnovo contrattuale del personale dipendente e convenzionato, la riduzione delle liste d’attesa, l’incremento del tetto di spesa per acquisti dal privato accreditato, le prestazioni aggiuntive richieste al personale del SSN, ecc. Le risorse chieste devono rimanere nella disponibilità delle Regioni quale quota indistinta del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale senza alcun vincolo di accantonamento, con la possibilità di essere utilizzate anche per finanziare ulteriori e diverse occorrenze della spesa sanitaria, tenuto anche conto che le Regioni e Province Autonome hanno contribuito a creare le condizioni per l’entrata in vigore delle nuove tariffe e per l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza”.