Num R.G. 3328/2007 – Num. Reg. Stampa 35

PERIODICO DI INFORMAZIONE SCIENTIFICA
Direttore Responsabile: Alessandra Lofino

Cerca

CRESCE DEL 30% L’UTILIZZO DELL’IA NELL’ULTIMO ANNO.

Share:

DA 40 MILA A 300 MILA LA CRESCITA DELLA DOMANDA DEI PROFESSIONISTI.

L’UTILIZZO dell’intelligenza artificiale cresce del 30% rispetto allo scorso anno: circa 10 mila imprese la inseriscono nelle proprie linee di prodotto o servizio. Ne consegue, ovviamente una richiesta esponenziale di professionisti esperti di IA,che passano da 4omila a inizio 2024 agli attuali oltre 300mila (+650%).

Sorprendente il dato riguardante la partecipazione femminile nel settore, che è salita dal 3o a oltre il 40 percento.

Restano, però, alcuni intoppi, poiché la diffusione dell’intelligenza artificiale nelle aziende rivela una chiara disomogeneità tra le grandi realtà e le Pmi. Tant’è che si evidenzia ancora di più l’esigenza di fare investimenti non solo in tecnologie, ma anche nelle competenze manageriali indispensabili per guidare l’innovazione.

Secondo il 4° rapporto dell’Osservatorio di 4.Manager “Intelligenza Artificiale, dedicato al rapporto lavoro-nuove tecnologie, il 48,1% delle imprese integrano l’la per migliorare i processi, mentre il

40% sottolinea l’importanza della collaborazione interdisciplinare per sfruttarne al meglio i benefici. Le macro imprese adottano l’intelligenza artificiale al 24% contro il 5% di piccole e medie.

Le città come Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli sono i principali centri di adozione nei settori It, sviluppo software e servizi di ricerca.

Siamo, però, ancora al’inizio per quel che riguarda l’adozione dell’la nelle aziende italiane, se pensiamo al fatto che il  35% la utilizza in maniera limitata o sperimentale, mentre solo l’1,9% la considera una priorità strategica.

Molte aziende si trovano ancora nella fase di sperimentazione ed esplorazione, cercando di capire come l’intelligenza possa essere applicata in modo efficace ai loro modelli di business.

Su un punto, sono quasi tutti concordi: la leadership aziendale gioca un ruolo centrale in questo processo, ma, anche qui, solo il 23,8% delle imprese dichiara di avere una leadership fortemente proattiva nell’implementazione dell’Ia. Necessiterebbe un investimento più proficuo nella formazione per restare al passo della richiesta. Non si può prescindere dalla innovazione tecnologica che segna la linea di nuove competenze sempre più richieste in questo ambito, al fine di massimizzare opportunità e investimenti per restare competitivi sui mercati nazionali ed internazionali.

Saldo il concetto che l’IA apre a nuove opportunità, trasforma e cambia, ma fa restare integro il lavoro che si eleva in qualità, incrementando benefici per le imprese e per i lavoratori.

Basti pensare, che dal 2019 ad oggi, le richieste di competenze in IA sono aumentate del 157% ed è proprio la mancanza di competenze, il primo ostacolo all’adozione dell’intelligenza artificiale

Se solo nel 2023, il 46% degli italiani possedeva competenze digitali di base,  a distanza di un anno, la richiesta è alquanto complicata. Secondo lo studio di 4. Management, il 53,6% avrebbe inserito nuove figure professionali legate all’la nell’ultimo anno, mentre il 15,2% sta pianificando di farlo nel prossimo futuro. Manca personale specializzato, in particolare ai livelli manageriali. Le imprese italiane stanno cercando profili che combinano competenze tecniche,capacità di analisi critica e leadership.  Tra le figure più richieste, spicca l’Ia Integration Specialist, indicata dal 18,6% delle imprese come la figura chiave per guidare l’implementazione dell’intelligenza artificiale. Seguono il Chief Data Officer (9,3%) e l’Ia Strategy Director (8,9%), che sottolineano l’importanza della gestione strategica dei dati. Altri ruoli includono il Data Science Manager (8,4%)

e il Chief Ia Officer (7,2%) per una guida specializzata e una gestione complessa per l’integrazione delle tecnologie emergenti.

Resta fondamentale la formazione continua, considerato che il 45,7% dei dirigenti e manager e il 55,2% degli altri lavoratori non hanno mai seguito alcun corso specifico sull’intelligenza artificiale nell’ultimo anno.

Infatti, sempre più aziende inseriscono nel loro piano di investimenti, attività formative interne o in collaborazione con università, Its Academy, centri di forma-zione.

Dunque, sono importanti e necessarie le competenze tecniche, quali la gestione e l’analisi dei dati,  per affrontare le sfide della digitalizzazione, come anche le soft skills come pensiero critico, flessibilità al cambiamento e capacità di gestire il processo di trasformazione.

Ai manager poi sono richiesti visione strategica e competenze trasversali.

PODCAST DI APPROFONDIMENTO

Picture of Redazione

Redazione

ARTICOLI CORRELATI

POPULAR SCIENCE NEWS ▾

ADVERTISING ▾

Il Centro Interdipartimentale di Ricerca in “TELEMEDICINA”, in seguito chiamato Centro, si propone, secondo un approccio definito di “Telemedicina Digitale”, di dare una risposta alle sfide, emergenti in campo medico e legate all’evoluzione Digitale della Medicina Tradizionale. La Telemedicina ha il compito di offrire soluzioni innovative e prospettive alla costante richiesta di assistenza sanitaria da parte della popolazione, sempre più numerosa in termini di patologie complesse, che vorrebbe una sanità più efficiente e più vicina alle persone. Il Centro si propone di fornire i mezzi per facilitare la comunicazione e l’interazione tra medico e paziente e tra medici stessi; inoltre, punta ad abbattere le barriere geografiche e temporali fra medici e pazienti e fra medici stessi, e di raggiungere un numero sempre maggiore di persone.

Iscriviti alla nostra newsletter!

Vuoi restare sempre aggiornato sulle ultime news pubblicate? Iscriviti alla newsletter AmbitelNews, ti invieremo contenuti esclusivi e notizie in anteprima.