Num R.G. 3328/2007 – Num. Reg. Stampa 35

PERIODICO DI INFORMAZIONE SCIENTIFICA
Direttore Responsabile: Alessandra Lofino

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Proposte e rimedi per non perdere i Fondi PNRR

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Tante le risorse destinate al piano di ripresa, forse troppe per la capacità realizzativa dello Stato. La variabile tempo pare abbia sempre la stessa problematica, quella di non avere “troppa voce in capitolo”, quando, poi, risulta essenziale in quanto a scadenze e burocrazia. Ciò che non va trascurato è che il piano abbia un valore superiore del 10% rispetto al Pil ( fonte Corriere della Sera) e motiva gli stessi singoli Comuni a seguire e intraprendere il percorso dell’innovazione. A volere tutto questo, del resto, è l’Europa con le indicazioni della Ue. È diventata vox populi, ormai, avere dubbi sul fatto che sono a disposizione molti soldi e che si ha fretta di spenderli per evitare che vengano persi.

Questo è un mal comune della politica da sempre, tant’è che spesso accade che non si ha modo e tempo di sviluppare le progettualità nei tempi stabiliti e ciò comporta la perdita dei fondi che molto spesso tornano al mittente. Causa di questo “male”, l’assenza di competenze, di personale nell’amministrazione pubblica, come anche la sovrapposizione di tanti obiettivi. Una situazione che è stata presa direttamente dalla Corte dei Conti che ha posto in primo piano i progressi raggiunti grazie ad una struttura di missione alla presidenza del Consiglio dei ministri e un ispettorato generale al ministero dell’Economia e delle Finanze con l’assunzione di dirigenti e funzionari oltre che esperti.

Da una relazione, si scopre che una buona metà degli obiettivi prefissati sono stati raggiunti. Sono al 70% i trasferimenti dallo Stato agli enti attuatori, ma quello che preoccupa sono le misure interessate dai flussi finanziari, in ritardo e con meno erogazioni dei fondi. Tra l’altro, qual che va integrato, sono gli impegni di spesa che incidono per i quali, si legge, si sarebbe al di sotto del 10% degli obiettivi con ritardi nell’ambito dell’attività scolastica e igiene urbana. Per non parlare del 2024-2025, in cui è previsto il picco della spesa, in quanto si dovrà essere capaci di spendere 45 miliardi per anno e se ora si è già in ritardo, si immagini nei prossimi anni. Come per ogni cosa, rimedi sono stati tentati, grazie ad un decreto, con l’integrazione di nuove assunzioni dirigenziali, strutture di missione, stabilizzazione di personale e semplificazione in diversi ambiti, da quello universitario, alla giustizia, ai beni culturali, alla politica agricola all’energia, politiche giovanili, rischi climatici. Per quel che riguarda la parte amministrativa, è in fase di sviluppo, un altro decreto con disposizioni di assunzioni che aggiunte a quelle già realizzate, si raggiunge un numero pari a 3.600 persone.

Ma il dubbio è per quale motivo, si ingrandisce e si mira a riempire il corpo centrale senza considerare che la macchina “cammina” grazie anche alle strutture periferiche che restano in attesa di integrazioni di personale. Ciò di cui si dovrebbe discutere, non sembra essere solo aumento del personale, ma capacità di gestione dei processi decisionali, meccanismi di incentivazioni per il personale oltre ai deterrenti penali e contabili. Si ha necessità, quindi, di monitoraggio, stimolare l’attuazione, seguire l’esecuzione, verificare le scadenze e i tempi di realizzazione, assicurarsi della comprensibilità degli atti e della facile applicazione. Bisognerebbe agire e intervenire sugli intoppi decisionali delle diverse pratiche, ma anche ricorrere a terzi per velocizzare i processi di realizzazione da parte di tecnici esperti, creare rete con i politecnici, e perché no, il privato, decentrando, poi, la parte operativa e lasciando al centro il sistema di monitoraggio e di allarme.     

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